L’anziano studioso si sentiva sempre vagamente a disagio, quando l’imprenditore si recava da lui. Eppure era un uomo cordiale e alla mano, nonostante fosse uno degli individui più potenti d’Italia, anche se ultimamente era caduto in disgrazia. Disgrazia relativa, pensò il ricercatore, poiché deteneva ancora intatte ricchezza, influenza politica e capacità di stregare le masse.
“Ha delle notizie per me, dottor Squillaci?”
Lo studioso annuì e gli fece segno di seguirlo. L’uomo politico si era presentato da solo, senza guardie del corpo. Lo seguì attraverso un cucinino, una camera alquanto disordinata che assomigliava piuttosto a un ripostiglio e dopo un breve corridoio, con tracce di muffa sulle pareti, in uno studio ingombro di libri, documenti, scartoffie di ogni genere. In fondo, davanti a una finestra che dava sulla strada, c’era una scrivania. Sulla scrivania un computer. “Si accomodi.”, disse il ricercatore, indicando una sedia al suo ospite e prendendo posto…
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Grazie, cara Ciop!
L’ho già letto un sacco di volte, l’ho quasi imparato a memoria.
Onoratissima fui!